A Flint, in Michigan, uno stanco camionista attraversava Hamilton Avenue. All’altezza della sede principale della Buick, la desolazione delle strade in quel giovedì mattina gli mostrò la vuotezza della sua vita errabonda. In un attacco di smarrimento e solitudine, decise che avrebbe cambiato mestiere non appena consegnato il carico. Un mestiere col quale non sarebbe stato mai più solo. Avrebbe fatto l’autista di autobus.
Non fu certo perchè il conducente non era un ex-camionista, che i passeggeri della linea di trasporto Lockton-York dovettero rassegnarsi: la vettura infatti trovò qualche piccolo impedimento alla partenza da Pickering….
Ignari della propria fortuna nell’avere un clima secco, di fronte al negozio di tessuti di Braulio Roldan a Casasimarro, nella Castiglia-La Mancia, gli abitanti si erano riuniti a curiosare attorno ad una carovana appena giunta da chissà dove.
A mezzogiorno, l’aviatore venticinquenne Paul R. Redfern partiva col suo Stinson SM-1 da Brunswick, in Georgia, per raggiungere Rio de Janeiro in una trasvolata senza scalo. La tratta di 4600 miglia, ne contava 1000 in più dell’impresa storica compiuta da Lindbergh appena tre mesi prima.
Già qualche ora dopo si era perso. Alle 15 di quel pomeriggio chiese indicazioni gettando una scritta fatta su di un pezzo di cartone alla nave Christian Krohg, incontrata a circa 300 chilometri dal Venezuela. La nave puntò così la prua per segnalargli la giusta direzione e in risposta l’aereo agitò le ali per ringraziare. Che Redfern la avesse seguita o meno, inutile dire che a Rio non arrivò mai.
Nel Rhône-Alpes invece, il macchinista della locomotiva a cremagliera diretta a Chamonix dimenticò d’invertire il senso di marcia per rallentare la discesa. Arrivata così alla curva del viadotto di Montenvers, la motrice infranse la barriera e precipitò insieme alla prima carrozza. Nonostante i ventidue morti e venticinque feriti di quel giorno, il 1927 è stato un anno eccellente in termini di presenze nella tratta Chamonix-Montenvers: un totale di 113.322 passeggeri.
Quel giorno rischiò di cappottarsi anche il dirigibile della marina americana ZR-3 USS Los Angeles.
Un forte vento proveniente dall’Atlantico sollevò la coda dell’aerostato (che misurava addirittura 200 metri) mentre questo era ormeggiato presso la High Mast di Lakehurst, nel New Jersey. La sfortuna fu che nel sollevarsi, la parte posteriore causò una differenza di densità fra l’aria a poppa e quella a prua, tale da causarne l’impennata. L’equipaggio a bordò tentò di ripristinarne l’equilibrio scalando l’intelaiatura verso la coda che continuava a salire… e salire…. e salire…
Lo ZR-3 raggiunse un’inclinazione di ben 85 gradi, prima di ridiscendere lentamente, fino a raddrizzarsi del tutto.
Intanto al West Side Tennis Club, nel Queens, la campionessa uscente Molla Mallory posava con Helen Wills Moody durante la Women’s National Singles Championship. A giudicare dall’espressione sembra quasi che abbiano avuto un sinistro presentimento… certo a loro poco avrebbe importato delle acrobazie aeree di uno Zeppelin; le avrebbe più preoccupate, piuttosto, sapere che quel giorno nasceva Althea Gibson.
Giovani, belle, e anche loro in posa, le amiche Catherine, Kathy e Hilda s’immortalavano davanti la pietra miliare di confine fra Vermont e Canada. Era la conclusione d’un viaggio di 27 giorni lungo l’intero Long Trail: un sentiero di 440 chilometri che attraversa tutto il Vermont, dal confine col Massachusetts fino a quello col Canada.
Catherine Robbins, Kathy Norris e Hilda Kurth furono le prime donne a percorrere l’intero cammino. Nonché le prime a brandire una scure da legna per uccidere un porcospino in flagranza di reato.
a cura di Pavlov Arnoldi
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